La strada che porta a Pruno di Stazzema (in provincia di Lucca) è qualcosa che ti resta nel cuore. Così, a distanza di quasi un mese, mi accorgo che è ancora difficile trovare le parole per descrivere le sensazioni di quei momenti.
Il paesaggio sembrava dare il benvenuto in un mondo diverso da quello dal quale si proviene. Qualunque esso sia. Dal pullman si vede molto bene il fiume che costeggia la strada che inerpicandosi ci avrebbe portato a destinazione. Non riesco a ricordare acqua tanto limpida. Poi le piccole vette in stile dolomitico completano il quadro d'autore.
È fatta. Potrei anche tornare di già a casa.
Invece resto lì. E faccio bene.
Vado alla cronaca, anche perché potrei non finire più questo idillio.
Questo per me è il secondo incontro con la rete Colombia vive! e, diversamente dal primo, qui avverto molto di più il senso di questo impegno.
C'è gente proveniente da tutta l'Italia e diversi colombiani.
La prima sera è stata dedicata alle presentazioni e alla visione del documentario "Creer, no querer", girato l'anno scorso dalla delegazione di Colombia vive! durante il suo viaggio in Colombia. Un filmato di circa 45 minuti che illustra la situazione nella comunità di pace di San José de Apartadò (la comunità che ha deciso di restare neutrale nel tentativo di sopravvivere ad una guerra che va avanti ormai da oltre quarant'anni e che, proprio per questa sua neutralità, paga un prezzo altissimo).
Il giorno seguente si è cercato di fare il punto della situazione a proposito della situazione economica e di altri fattori logistici.
Sono stato già abbastanza prolisso. Spero davvero però che questa esperienza possa essere qualcosa di utile e prezioso per me come per il resto del gruppo.
Gandhi diceva: "Sii il cambiamento che desideri vedere nel mondo". Nulla da aggiungere.
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